04 Set Business tra i padiglioni – l’Italia a confronto con i paesi presenti ad Expo: Il Giappone

Il Giappone si propone ad Expo 2015 come realtà alimentare che coniuga gusto, salute e diversità: senza rinunciare alla tradizione, il Paese del Sol Levante presenta una serie di idee innovative sia in tema di Edutaiment (Intrattenimento istruttivo-educativo) sia più strettamente connesse alle problematiche legate al Food.

Il tema stesso del padiglione è la “Diversità armoniosa” che ben caratterizza il Paese all’interno della storia mondiale e che può offrire soluzioni importanti per combattere l’emergenza alimentare.

L’appeal del padiglione giapponese raggiunge tutti i visitatori e spesso si rischia di incappare in code all’ingresso: il sito di 4170 mq si estende in lunghezza, simile alle tipiche case giapponesi ed è costruito come una sorta di griglia tridimensionale in legno, che riunisce materiali e tecniche care alla tradizione ad analisi strutturali moderne; alla costruzione è applicata la tecnica della tensione compressiva, molto utilizzata in Giappone per ridurre il rischio di danni agli edifici provocati dai frequenti sismi.

Proprio il tristemente famoso sisma del 2011 ha rappresentato un duro colpo per il Paese, che tuttavia cerca di cogliere in Expo2015 l’occasione per palesare al mondo i segni evidenti di una ripresa netta e costante, in linea con lo spirito di un popolo dalla volontà ferrea e abnegazione inossidabile.

Tra le attrattive del padiglione molto apprezzate sono le “finte” risaie e la Cascata della diversità: grazie alla nuova tecnologia chiamata projection mapping (che sfrutta la riproduzione di luci e immagini su pareti formate da specchi) viene ricreato il suggestivo ambiente delle risaie giapponesi, mentre ancora più affascinante è la cascata di acqua blu che scende dal soffitto, su cui scorrono informazioni di vario genere su cibo, cultura e agricoltura del Giappone, che ogni fruitore può leggere sul proprio cellulare semplicemente toccando le immagini della cascata.

Non mancano, oltre alla modernità interattiva, richiami suggestivi alla storia e alle tradizioni nipponiche, tra cui la simpatica simulazione di un pranzo in un ristorante giapponese presente nell’ultimo ambiente del padiglione, super consigliata ai genitori che vogliano far contenti i propri bambini per la presenza di tanti giochi interattivi e istruttivi.

Se questi sono gli spunti che il Giappone offre a Milano nel contesto Expo, c’è da dire che le relazioni tra le due realtà sono da tempo molto intense sul piano commerciale: sulla base di un’elaborazione dell’uffici studi della Camera di Commercio di Milano su dati ISTAT del 2014, infatti, ammonta a 2,8 miliardi di euro l’import-export lombardo con il Giappone nel 2014. Stabili i rapporti commerciali tra il 2014 e il 2013 per le esportazioni, con un giro di affari di 1,7miliardi.

Rispetto alla generale realtà italiana, i rapporti import export sono grandemente sbilanciati a favore del nostro paese, specialmente in campo agroalimentare, dove, stando ai dati ISTAT del 2013 l’Italia otteneva introiti per 786 milioni di euro dall’export in Giappone, mentre a parti invertite la cifra si riduceva a 9,3 milioni.

L’esempio lombardo ben descrive, anche se su scala minore, il peso di questo dislivello tra le due realtà: è in aumento infatti  l’export di Milano e provincia (1,1 miliardi), cresciuto dell’ 8% e con un peso del 66% sul totale regionale. A seguire in regione Bergamo (121 milioni), Varese (107 milioni) e Brescia (94 milioni). Nel 2014, è Cremona a classificarsi prima in Lombardia per tasso di crescita delle esportazioni, registrando un aumento del 49% rispetto al 2013.

Seguono Brescia (+14%), Pavia (+13%) e Monza Brianza (+10%). Per quanto riguarda il tipo di prodotti e merci, la Lombardia esporta soprattutto medicinali e preparati farmaceutici (421 milioni), borse, pelletteria e altri articoli da viaggio (120 milioni), abbigliamento sportivo (95 milioni), vestiti confezionati e di sartoria (77 milioni) e prodotti chimici organici (62 milioni).

Ritornando nell’area agroalimentare, il peso in Giappone dell’industria italiana potrà acquisire ancora maggiore rilevanza se si abbatteranno le numerose barriere fiscali e non che irrobustiscono il mercato interno e riducono l’incidenza dell’offerta estera: problema particolarmente spinoso è quello dei regolamenti sanitari, molto più rigidi e restrittivi rispetto alle soglie condivise dagli Stati a livello internazionale; molto spesso, inoltre, i dati e le informazioni sui certificati sanitari sono difficili da reperire e solo l’importatore locale può fungere da tramite con gli ispettori sanitari giapponesi, estromettendo così qualsiasi comunicabilità tra esportatore e istituzioni interne ed accrescendo i costi per lo stesso.

Ciò tuttavia non impedisce al prodotto italiano di esercitare la sua influenza anche su questo mercato, come dimostrato dai dati precedentemente riportati; di particolare attualità è la crescita del mercato enologico in Giappone, che per i produttori italiani non può che essere una grande notizia.

 

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