La contraffazione in Italia

08 Dic La contraffazione in Italia

La contraffazione rappresenta, oggigiorno, una delle piaghe del mercato italiano, pressoché in ogni settore merceologico, ma soprattutto nell’ambito della moda e del commercio dei beni di lusso.

A favorire la sua capillare diffusione e l’illusione dell’impunità per produttori e rivenditori, contribuisce la crescita esponenziale degli acquisti online negli ultimi anni. Se qualche tempo fa era esclusivamente la vendita ambulante il teatro della compravendita di beni contraffatti, ora la sempre più attuale realtà dell’e-commerce facilita questa attività illecita, sostituendo pian piano la rete ai luoghi fisici fino ad oggi destinati all’esposizione ed alla vendita dei prodotti.

È noto che la contraffazione fosse una pratica conosciuta già in tempi antichissimi, impiegata per ogni genere di prodotto, dalle opere d’arte nell’Antica Grecia, fino alla celebre Donazione di Costantino, documento con cui, nel 313, l’Imperatore donava Roma e le province occidentali al Papa, salvo poi esserne scoperta la falsità dall’umanista Lorenzo Valla, quasi dieci secoli dopo.

L’acquisto di merci contraffatte raggiunge il pubblico dei consumatori non solo attraverso l’inganno, ma spesso con la piena consapevolezza e connivenza di questi ultimi rispetto alla provenienza degli stessi ed alle pratiche illecite sottese alla loro realizzazione.

Con riferimento alle ipotesi di acquisto consapevole di beni contraffatti, diverse sono le ragioni sociali che animano ed alimentano il fenomeno:
prima fra tutte il sensibile risparmio, subito poi, l’esigenza di appagare a buon mercato il desidero di far parte di una élite.
Caratteristica di alcune merci come i beni di lusso, infatti, è la loro desiderabilità. Tale peculiarità stimola in larghe fasce di consumatori, che non possono spendere le cifre necessarie ad acquistarli, la brama di possederli. Riuscire a realizzare il desiderio, seppur comprando un prodotto contraffatto, ingenera nell’individuo la falsa convinzione di essere parte di una minoranza fortunata, che afferma il proprio status sociale attraverso il possesso di quel particolare capo d’abbigliamento o accessorio, proprio perché può permetterselo a dispetto dei più.
Questa irraggiungibilità, dunque, è terreno fertile per la crescita del mercato dei falsi, che permette di acquistare una “copia” dell’oggetto dei desideri ad un prezzo incredibilmente inferiore rispetto al suo reale valore di mercato.

In Italia, come altrove, la contraffazione è una pratica illecita che lede interessi pubblici e privati.

Come tale l’ordinamento appronta diversi strumenti di tutela volti a contrastarla attraverso attività di prevenzione e repressione.
L’effetto dissuasivo più forte è senz’altro garantito dalle disposizioni di natura penale che presidiano degli interessi coinvolti.
Queste ultime, colpiscono i contraffattori, siano essi produttori, importatori o semplici rivenditori ed anche gli acquirenti dei beni contraffatti.

La sensibilità dell’opinione pubblica al problema e la sua grande risonanza mediatica fa sì che si susseguano dati e report disomogenei sui numeri di questa attività, la cui reale dimensione non riesce ad emergere chiaramente a causa di tale ipertrofia statistica.

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