14 Ott Legittimo il licenziamento del dipendente svogliato

E’ quanto di recente affermato dalla Corte di Cassazione con la Sentenza n. 13625/2020 con la quale gli Ermellini nel ravvisare la legittimità del licenziamento intimato dalla Società datrice ad un proprio dipendente – responsabile di diverse incurie e negligenze nell’espletamento di un compito centrale delle proprie mansioni – ha in sostanza affermato che integra giustificato motivo soggettivo di licenziamento l’inadempimento del lavoratore riconducibile a trascuratezza ed incuria in quanto si ripercuote inevitabilmente nel suo rendimento lavorativo.

La Suprema Corte dunque, nel rigettare il ricorso promosso dal dipendente in sostanza conferma quanto già statuito dalla Corte d’Appello che individua nel caso de quo, il giustificato motivo soggettivo di licenziamento trattandosi di “inadempimento e neghittosità rilevanti sotto il profilo di un affidabile resa lavorativa in quanto determinate da mancanza di diligenza e impegno professionale”.

Per il giudice di seconde cure devono essere valorizzate le plurime inadempienze e trascuratezze del lavoratore in relazione alla redazione del piano finanziario, competenza attribuita nel caso di specie al dipendente fin dal momento dell’assunzione e in base a una formazione progressiva, tanto che nel tempo è diventata la sua mansione principale.

In altri termini dunque, per gli Ermellini è legittimo il licenziamento di un dipendente che per mancanza di diligenza e scarso impegno commette errori rilevanti nell’eseguire la sua mansione principale.

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