05 Mar Il Lavoro subordinato al tempo dello Smart Working
Lo Smart Working è entrato da alcuni anni nel linguaggio comune come strumento di organizzazione del lavoro quale nuova filosofia manageriale ed in senso più ampio, quale sinonimo di lavoro flessibile e con questa accezione ha fatto ingresso anche in ambito giuridico.
La Legge n. 81/2017 ha infatti introdotto nel nostro ordinamento la disciplina del c.d. Lavoro agile quale modalità flessibile di esecuzione della prestazione lavorativa che riconduce al più ampio concetto di Smart Working.
Un nuovo strumento di organizzazione del lavoro incentrato sulla autonomia e responsabilità del lavoratore subordinato per renderlo maggiormente elastico e resistente ai cambiamenti in atto nell’economia e nel lavoro e più flessibile per fronteggiare le trasformazioni in atto. Un progressivo avvicinamento dunque, tra lavoro autonomo e lavoro subordinato a cui stiamo assistendo da alcuni anni senza far venir meno naturalmente, le fondamentali tutele del lavoro.
Ecco dunque che, l’art. 18, comma 1 della legge n. 81/17 promuove il Lavoro agile “allo scopo di incrementare la competitività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro (…) quale modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici”.
E’ il tradizionale rapporto di scambio tipico del lavoro subordinato: “prestazione” – “retribuzione” che sta dunque evolvendo a favore del binomio “prestazione” – “retribuzione e benessere”; l’antica e consueta contrapposizione tra capitale e lavoro – propria del lavoro subordinato – sta lasciando il passo ad un più aperto scambio tra lavoro e benessere in vista di una migliore conciliazione tra vita e lavoro.
L’obiettivo di incrementare la competitività si raggiunge perciò attraverso l’agevolazione della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro ove il benessere – che va inteso nelle sue componenti del lavorare Smart ossia nella componente umana, tecnologica e di spazi di lavoro – diviene fulcro essenziale.
Benessere individuale e benessere organizzativo.
Questo il punto di forza dello Smart Working: conciliazione di vita – lavoro finalizzato all’incremento della produttività attraverso il benessere individuale.
La sfida di questi tempi anche per i Datori di lavoro sarà dunque, quella di incrementare e sviluppare i progetti di Smart Working i cui pilastri sono fiducia, autonomia, responsabilità e collaborazione.
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