15 Giu Milano-Dubai: un ponte chiamato Expo
Milano-Dubai: un ponte chiamato Expo
E’ passato appena un mese dall’apertura dell’attesissima Expo 2015 e sembra ancora prematuro volgere lo sguardo alla prossima esposizione universale, che si terrà nell’emirato di Dubai tra cinque anni. Ma è proprio iniziando a pensare al 2020 e guardando lontano che possiamo riuscire nell’intento di costruire un solido ponte di collegamento tra le due Expo. La valorizzazione del made in Italy all’estero, tra gli scopi portanti di Expo 2015, passa direttamente dalla costruzione di una solida rete di contatti con realtà estere in ascesa, proprio come il Medio Oriente ed, in particolare, gli Emirati Arabi Uniti.
Il 27 Novembre 2013 il BIE (Bureau Internationelle des Espositiones) ha assegnato la prossima esposizione universale alla città di Dubai, che ha sbaragliato la concorrenze di Turchia (Smirne), Russia (Ekaterinburg) e Brasile (San Paolo). Da Ottobre 2020 ad Aprile 2021 la città emiratina sarà teatro dell’esibizione, che coinciderà con il Golden Jubilee degli UAE, ossia il ricorrere dei cinquat’anni dalla fondazione dello stato confederato. La manifestazione ha come slogan il motto “Connectinig minds, creating future” (Connettere le menti, creare il futuro):ricollegandosi al nome arabo della città, al-Waṣl (in araboﺍﻟﻮﺻﻞ), che significa “il collegamento”. Il tema della manifestazione pone in risalto la principale caratteristica di Dubai, che risiede proprio nella capacità di promuovere la cooperazione e la creazione di partnerships con operatori stranieri, al fine di raggiungere i massimi livelli di innovazione in campo economico, scientifico e tecnologico.
Esempio di questo approccio sono le free zones, ossia zone a fiscalità agevolata che richiamano investitori e imprenditori esteri, attratti dalla assenza di una tassazione che attanaglia le loro attività; in questo modo, si favorisce, quindi, il collegamento con gli operatori autoctoni, incrementando la crescita economica. Lo stesso sito della manifestazione sorge su un’area di 400 ettari, il nuovo quartiere fieristico (denominato Dubai Trade Center – Jebel ʿalī) adiacente al nuovo Aeroporto Internazionale Al Maktum, entrambe free zones.
Sono infinite, infatti, le prospettive che la connessione permanente fornisce in materia di creazione di nuove tecnologie, azzeramento delle distanze, sviluppo di nuovi mercati: i sotto temi dell’evento riguarderanno in particolare la mobilità e i trasporti, la sostenibilità e l’opportunità.
Il tema della sostenibilità trova pieno riscontro nel ricorso a tecniche e materiali rispettosi dell’ambiente nelle opere e installazioni del sito ospitante: tutte le costruzioni avranno almeno per il 30% materiale riciclato al loro interno. Inoltre, uno degli obiettivi chiave di Dubai 2020 è quello di produrre il 50% dell’energia necessaria alla manifestazione tramite fonti rinnovabili, tra le altre ci sarà, per esempio, per la prima volta un’ applicazione su larga scala dell’energia fotovoltaica, nella creazione di una città sostenibile, che ridurrà al minimo anche le emissioni di carbonio, ricorrendo a mezzi di trasporto alternativi.
L’Expo del 2020 aprirà la nuova decade, cavalcando l’onda ormai irresistibile della green economy e del flusso continuo di informazioni- e quindi lo scambio di idee- tra tutti gli abitanti del pianeta.
Costruire sin da ora un solido ponte di contatti e relazioni tra imprese italiane e Medio Oriente assume, perciò, un’importanza fondamentale nel campo dell’internazionalizzazione della propria impresa, visto che la strada tra Milano 2015 e Dubai 2020 non è poi così lunga.
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