Nell’avvio e nella gestione di un’attività imprenditoriale da parte di un’azienda italiana in un paese estero è di grande importanza selezionare una serie di partner e collaboratori locali affidabili e di sicura competenza.
E’ molto importante che l’internazionalizzazione si sviluppi attraverso un processo graduale, composto da una serie di fasi che garantiscano un’attenuazione dei rischi derivanti dall’esercizio dell’attività d’impresa già al momento dell’ingresso nel nuovo mercato.
Prima di varcare le soglie del confine nazionale per esportare il proprio business è bene fare un’attenta analisi dello stato di salute della propria azienda. E’ fondamentale che possegga i seguenti requisiti:
Il trust, è un istituto giuridico anglosassone definito nell’art.2 della Convenzione dell’Aja come un negozio giuridico la cui costituzione proviene da un atto unilaterale, atto che si avvale di un disponente (settlor) che trasferisce un determinato patrimonio/bene di cui è proprietario ad un altro soggetto che può essere una persona fisica (trustee) o ad una società professionale (trust company).
Secondo i dati resi noti dalla Camera di commercio di Milano su dati Istat, riguardanti i primi sei mesi del 2016 e del 2015, la Lombardia importa merci dal mondo per un valore che supera i 58 miliardi.
Si tratta di circa un terzo del totale...
La lista nera dei paradisi offshore, per il fisco italiano, non esiste più. Le imprese e i privati potranno liberamente commerciare con società che offrono regimi fiscali vantaggiosi.
Internazionalizzarsi fa bene!
A dirlo sono i risultati della prima indagine mensile lanciata da Facebook, Ocse e Banca Mondiale, Future of Business Survey.
Avviato lo scorso febbraio 2016, il sondaggio ha raccolto 100mila risposte da parte di Pmi presenti su Facebook, e localizzate in 22 Paesi.
E’ stato presentato nei giorni scorsi dal Ministro Sviluppo economico Carlo Calenda, il piano Industry 4.0. Un piano che prevede investimenti innovativi per dieci miliardi di euro per il periodo 2017-2020, che dovrebbero portare all’incremento degli investimenti privati per 80-90 miliardi nel 2017.
Secondo la Ricerca Coleman le PMI europee fatturano meno di quanto potrebbero. Sulla base dei dati emersi le piccole e medie imprese europee hanno una media di fatturato tra i 3 e i 130 milioni di euro e mancati ricavi medi pari a 5,7 milioni di euro/anno.